Una torta che sorprende, come ogni pagina dello
straordinario romanzo della Kristof (assolutamente da leggere, perché “sorprendente”
potrebbe essere un aggettivo quasi limitante per descriverlo). Esperimento
americano che a giudicare dalla bruttezza della sweet potato, dal colore
marroncino poco invitante dell’impasto, dal gusto pressoché inesistente della
pasta cruda non prometteva nulla di buono. Invece, ne è uscita una torta
decisamente piacevole.
Ricetta:
Pasta
Pacioccare con le
mani 175 gr di farina, 1 pizzico di sale e 1 cucchiaio di zucchero di canna.
Aggiungere un po' alla volta 80 gr di
burro ammorbidito a temperatura ambiente, usando la punta delle dita.
Continuando a lavorare con le mani, unire circa 5 cucchiai d’ acqua (se ritenuto necessario, un po’ di più o un po’
di meno). Avvolgere la palla di composto ottenuto in un foglio di pellicola e
lasciarla in frigo per almeno un’ora.
Pulizia del recipiente: sconsigliato l’assaggio, pasta cruda piuttosto
insipida.
Ripieno
Far bollire la patata
americana (circa 500 gr) per almeno un quarto d’ora, finchè non diventa
morbida; scolarla, lasciarla sotto un getto d’acqua fredda per qualche istante
e poi levare la buccia e schiacciarla. Riporre la patata schiacciata in una
terrina, unire 2 carote (circa) grattugiate,
2 uova e 115 gr di zucchero. Mescolare con un cucchiaio, poi unire anche 170
ml di latte condensato, 30 gr di burro fuso, una bustina di vanillina, una
spruzzata di cannella e continuare a mescolare.
Pulizia del recipiente: non pervenuta.
Stendere la pasta, riporla
in una tortiera (possibilmente a cerniera) imburrata e infarinata e farla
cuocere in forno preriscaldato a 220°C per 10 minuti. Tirarla fuori, versare l’impasto
con la patata dolce nella tortiera e rimettere in forno. Dopo circa 10 minuti
abbassare a 160°C e lasciar cuocere per altri 40 minuti, o finchè non si
stabilisce che il composto patatoso non sia ben cotto. Buona da mangiare ancora
tiepidina.
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